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    Conosciamo Dacia Maraini
    pubblicato il 12/12/2014

    Dacia Maraini nasce a Fiesole (Firenze) il 13 novembre 1936.

    Primogenita dello scrittore ed etnologo, per metà inglese e per metà fiorentino, Fosco Maraini e della principessa siciliana e pittrice Topazia Alliata, appartenente all'antico casato siciliano di origini pisane degli Alliata di Salaparuta, Dacia Maraini è autrice di narrativa, poesia, teatro e saggistica, acuta e sensibile indagatrice della condizione della donna, ha spesso delineato nei suoi testi figure femminili complesse e determinate, inserite in una più ampia riflessione su molteplici temi sociali, affrontati in un prospettiva storica.

    Dacia trascorre l'infanzia in Giappone dove la famiglia si trasferisce nel ‘38 poichè il padre, desideroso di lasciare l'Italia fascista, porta avanti uno studio sugli Hainu, una popolazione in via di estinzione stanziata nell’Hokkaido.

    Nel ‘43 il governo giapponese, in base al patto d'alleanza cha ha stipulato con Italia e Germania, chiede ai coniugi Maraini di firmare l’adesione alla Repubblica di Salò. Poichè i due rifiutano, vengono internati insieme alle tre figlie nel campo di concentramento giapponese di Nagoyo. Lì patiscono due anni di estrema fame e vengono liberati, soltanto a guerra finita, dagli americani. Nella sua collezione di poesie "Mangiami pure", del 1978, la scrittrice racconterà delle atroci privazioni e sofferenze di quegli anni.

    Rientrati in Italia, i Maraini si trasferiscono in Sicilia, presso i nonni materni, nella villa Valguarnera di Bagheria, dove le bambine cominciano gli studi.

    Qualche anno dopo la famiglia si divide: il padre va ad abitare a Roma, lasciando a Palermo sua moglie e le tre figlie che frequentano le scuole in città. Per Dacia sono gli anni della prima formazione letteraria, ma soprattutto del sogno di una fuga che però arriva soltanto al compimento del diciottesimo compleanno, con la decisione di andare a vivere a Roma con il padre. Questi anni sono raccontati dalla stessa Maraini nel suo romanzo Bagheria:

    « Conoscevo troppo bene le arroganze e le crudeltà della Mafia che sono state proprio le grandi famiglie aristocratiche siciliane a nutrire e a far prosperare perché facessero giustizia per conto loro presso i contadini […] Io non ne volevo sapere di loro. Mi erano estranei, sconosciuti. Li avevo ripudiati per sempre già da quando avevo nove anni ed ero tornata dal Giappone affamata, poverissima, con la cugina morte ancora acquattata nel fondo degli occhi. […] Io stavo dalla parte di mio padre che aveva dato un calcio alle sciocchezze di quei principi arroganti rifiutando una contea che pure gli spettava in quanto marito della figlia maggiore del duca che non lasciava eredi. Lui aveva preso per mano mia madre e se l'era portata a Fiesole a fare la fame, lontana dalle beghe di una famiglia impettita e ansiosa. […] E invece eccoli lì, mi sono cascati addosso tutti assieme, con un rumore di vecchie ossa, nel momento in cui ho deciso, dopo anni e anni di rinvii e di rifiuti, di parlare della Sicilia. Non di una Sicilia immaginaria, di una Sicilia letteraria, sognata, mitizzata. »

    (Dacia Maraini, Bagheria)

    Nella capitale prosegue il liceo e per guadagnare si arrangia facendo l’archivista, la segretaria e la giornalista di fortuna. Nel 1957 a soli ventuno anni fonda, assieme con altri giovani, la rivista letteraria "Tempo di letteratura", edita da Pironti a Napoli, e comincia a collaborare, con dei racconti, a riviste quali "Paragone", "Nuovi Argomenti", "Il Mondo".

    A Roma esordisce con il romanzo La vacanza (1962). Seguono L'età del malessere (1963) col quale ottiene il Premio Internazionale degli Editori “Formentor” e A memoria (1967).

    Grazie all’interessamento di Nanni Balestrini, nel ’66 escono con il titolo "Crudeltà all’aria aperta" anche le sue poesie, che vengono recensite con molto favore da Guido Piovene. Intanto si sposa con Lucio Pozzi, pittore milanese da cui si divide dopo quattro anni di vita comune e un figlio perso poco prima di nascere.

    In questi anni Dacia Maraini comincia a occuparsi anche di teatro fondando, assieme ad altri scrittori, il "Teatro del Porcospino", in cui si rappresentano solo novità italiane, da Gadda a Parise, da Siciliano a Tornabuoni. Proprio in questo periodo incontra Alberto Moravia, che nel 1962 lascia per lei la moglie e scrittrice Elsa Morante: i due vivranno e viaggeranno insieme a lungo, fino ai primi anni Ottanta.

    Nel ‘73 è una delle fondatrici del "Teatro della Maddalena", gestito e diretto da donne. Lei stessa scrive molti testi teatrali, tra i quali "Maria Stuarda", che ottiene un grande successo internazionale, e nel '78 mette in scena "Dialogo di una prostituta con un suo cliente" (tradotto in inglese e francese e rappresentato in dodici paesi diversi). Seguirà "Stravaganza" fino ai recenti "Veronica, meretrice e scrittora" e "Camille". Dal 1967 ad oggi, Dacia Maraini ha scritto più di trenta opere teatrali, molte delle quali vengono ancora oggi rappresentate in Europa e in America, concependo il teatro anche un luogo per informare il pubblico riguardo a specifici problemi sociali e politici.

    Un altro romanzo viene pubblicato nel ‘72, "Memorie di una ladra": Monica Vitti ne ricava uno dei suoi film più riusciti. L’anno successivo esce "Donna in guerra", poi tradotto, come quasi tutti i suoi libri, in molte lingue. Nell’80 è la volta di "Storia di Piera", scritto in collaborazione con Piera degli Esposti: Marco Ferreri ne ricaverà un fortunato film con Marcello Mastroianni e lo presenterà in concorso al 36º Festival di Cannes, dove Hanna Schygulla vince il premio per la miglior interpretazione femminile.

    Degli anni Ottanta sono i romanzi "Il treno per Helsinki" (1984), sulla nostalgica ricerca degli entusiasmi del passato, e "Isolina. La donna tagliata a pezzi" (1985,Premio Fregene), la storia toccante di una ragazza a cavallo tra Otto e Novecento, tradotto in cinque paesi.

    Nel ‘90 esce "La lunga vita di Marianna Ucrìa", che vince il Campiello e altri prestigiosi premi, ottenendo un enorme successo di critica e pubblico. Tradotto in ben diciotto paesi, il regista Roberto Faenza trarrà l'omonimo film. L’anno successivo escono la raccolta di poesie Viaggiando con passo di volpe e il libro di teatro "Veronica, meritrice e scrittora". Nel ‘93 è la volta di "Bagheria", un appassionante viaggio autobiografico nei luoghi d’infanzia, e "Cercando Emma", che ripercorre la vicenda del romanzo Madame Bovary di Flaubert per capire il suo fascino e svelarne il mistero.

    Nel ‘94 il romanzo "Voci", ( Premio Vitaliano Brancati - Zafferana Etnea 1997; Città di Padova 1997; Internazionale per la Narrativa -Flaiano 1997), tradotto in tre paesi, offre una nuova interpretazione sul tema della violenza sulle donne.

    I grandi temi sociali, la vita delle donne, i problemi dell'infanzia sono ancora al centro delle sue opere successive: il breve saggio sulla modernità e sull’aborto "Un clandestino a bordo" (1996), il libro intervista "E tu chi eri?" (1998) e la raccolta di racconti sulla violenza sull’infanzia "Buio" (1999, vincitore del Premio Strega). Del 1997 è il romanzo "Dolce per sé", in cui una donna matura e gira

    mondo scrive ad una bambina per evocare i ricordi del suo amore per un giovane violinista, descrivere viaggi, concerti, aneddoti familiari. Se amando troppo (1998) raccoglie le poesie scritte tra 1966 e il 1998.

    Tra il 2000 e il 2001 vengono pubblicati: Amata scrittura (in cui svela con passione e umiltà i segreti del mestiere di scrittore), Fare tea

    tro 1966-2000 (che raccoglie quasi tutte le sue opere teatrali) e La nave per Kobe (in cui rievoca l'esperienza infantile della prigionia in Giappone). Nel 2003 escono invece Piera e gli assassini, il secondo libro scritto in collaborazione con Piera degli Esposti, e le favole di La pecora Dolly. La letteratura, la famiglia e
    il mistero del corpo sono i temi principali di Colomba (2004). Degli ultimi anni sono invece la raccolta di articoli I giorni di Antigone (2006) e il saggio Il gioco dell'universo (2007) di cui è coautrice insieme al padre. Ancora estremamente prolifica, viaggiatrice instancabile e appassionata, come documentano i viaggi fatti con Moravia e Pasolini, e i reportage sulle donne dell’Africa, Dacia Maraini viaggia attraverso il mondo partecipando a conferenze e prime dei suoi spettacoli. Nel 2008 ha pubblicato il romanzo Il treno dell'ultima notte, nel 2009 la raccolta di racconti La ragazza di via Maqueda, nel 2010 La seduzione dell'altrove è una raccolta di scritti sui suoi viaggi, nel 2011 La grande festa, nel 2012 L'amore rubato ed è appena uscito, sempre per Rizzoli, Chiara di Assisi. Elogio della disobbedienza.

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    The Daughter from England !
    pubblicato il 06/12/2014

    Daughter sono un gruppo musicale inglese originario di Londra e formatosi nel 2010.

    Il gruppo è nato per iniziativa di Elena Tonra, attiva già come solista con lo pseudonimo Daughter. Successivamente si è costituito come trio dopo l'aggiunta del chitarrista Igor Haefeli e del batterista Remi Aguilella. I tre musicisti si sono incontrati a Londra, dove frequentavano il The Institute of Contemporary Music Performance. La prima pubblicazione è rappresentata dall' EP His Young Heart, rilasciato il 20 aprile 2011. Qualche mese dopo hanno pubblicato un altro EP, ossia The Wild Youth (Communication Records, ottobre 2011). A questi due primi lavori non ha partecipato Aguilella. Nell'aprile 2012, dopo aver tenuto un concerto a Londra, hanno annunciato il loro approdo alla prestigiosa etichetta 4AD (Glassnote Records per il Nord America).Nell'ottobre seguente pubblicano il singolo Smother.

    Nel marzo 2013 danno alle stampe il loro album d'esordio, dal titolo If You Leave. Il disco è stato pubblicato in maggio negli Stati Uniti. Oltre a Smother, dall'album sono stati estratti i singolo Human (aprile 2013) e Youth (agosto). Prodotto da Igor Haefeli con Rodaidh McDonald, il disco è stato accompagnato dal videoclip del brano Still, diretto da Iain Forsyth e Jane Pollard. Accolto positivamente dalla critica, l'album è entrato nella "top 20" della UK Albums Chart, precisamente si è piazzato alla posizione #16. Nel corso del 2013 la band si è esibita in oltre 130 date in quattro continenti accompagnando band del calibro di Sigur Rós eThe National.

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    Testo inglese
    Youth
    Traduzione
    Gioventù
    Shadows settle on the place, that you left.
    Our minds are troubled by the emptiness.
    Destroy the middle, it's a waste of time.
    From the perfect start to the finish line.
    And if you're still breathing, you're the lucky ones.
    'Cause most of us are heaving through corrupted lungs.
    Setting fire to our insides for fun
    Collecting names of the lovers that went wrong
    The lovers that went wrong.
    We are the reckless,
    We are the wild youth
    Chasing visions of our futures
    One day we'll reveal the truth
    That one will die before he gets there.
    And if you're still bleeding, you're the lucky ones.
    'Cause most of our feelings, they are dead and they are gone.
    We're setting fire to our insides for fun.
    Collecting pictures from the flood that wrecked our home,
    It was a flood that wrecked this...
    ... and you caused it...
    ... and you caused it...
    ... and you caused it...
    Well I've lost it all, I'm just a silouhette,
    A lifeless face that you'll soon forget,
    My eyes ae damp from the words you left,
    Ringing in my head, when you broke my chest.
    Ringing in my head, when you broke my chest.
    And if you're in love, then you are the lucky one,
    'Cause most of us are bitter over someone.
    Setting fire to our insides for fun,
    To distract our hearts from ever missing them.
    But I'm forever missing him.
    And you caused it,
    And you caused it,
    And you caused it
    Le ombre si stabiliscono nel luogo che tu hai lasciato
    Le nostre menti sono tormentate dal senso di vuoto
    Dall'inizio perfetto fino alla linea di arrivo
    Distruggo il percorso centrale, è una perdita di tempo
    E se respirate ancora, siete fortunati
    Perché molti di noi si sforzano di respirare con dei polmoni logorati
    Diamo fuoco a ciò che abbiamo dentro per divertimento
    Collezionando i nomi delle persone che abbiamo amato e con cui è finita male
    Che abbiamo amato e con cui è finita male
    Siamo degli incoscienti
    Siamo la gioventù selvaggia
    Rincorriamo visioni del nostro futuro
    Un giorno riveleremo la verità
    Che è difficile scoprire prima di morire
    E se sanguinate ancora, siete fortunati
    Perché la maggior parte dei nostri sentimenti, sono morti e ci hanno lasciati
    Diamo fuoco a ciò che abbiamo dentro per divertimento
    Collezionando immagini dall'alluvione che ha distrutto la nostra casa,
    E' stata un'alluvione che ha distrutto tutto questo
    Ed è colpa tua
    Ed è colpa tua
    Ed è colpa tua
    Beh, ho perso tutto, sono solo una sagoma
    Una faccia senza vita di cui presto ti dimenticherai
    Ho gli occhi lucidi per via delle parole che mi hai lasciato,
    Quando mi hai spezzato il cuore, e che ora risuonano nella mia testa,
    Quando mi hai spezzato il cuore, e che ora risuonano nella mia testa,
    E se siete innamorati, siete fortunati
    Perché molti di noi sono amareggiati per via di qualcuno
    Diamo fuoco a ciò che abbiamo dentro per divertimento
    Per distrarre i nostri cuori in modo che non sentano la loro mancanza
    Ma mi manca e mi mancherà per sempre
    Ed è colpa tua,
    Ed è colpa tua
    Ed è colpa tua




     


    Studenti a lezione di cinema e archeologia
    pubblicato il 29/11/2014

    Dal Giornale di Sicilia del 29/11/2014

     


    Il Bartolo vola a Bruxelles
    pubblicato il 28/11/2014

    Guarda il video

     


    Emendamento sulle certificazioni informatiche e linguistiche
    pubblicato il 22/11/2014

    Da OrizzonteScuola.it – 17/11/2014 – Torniamo sull’emendamento presentato dall’on Santerini che richiede una “una certificata conoscenza di una lingua straniera e della competenza informatica” per “l’accesso definitivo al ruolo” degli iscritti in graduatoria ad esaurimento.

    L’emendamento – Intanto, teniamo nuovamente a precisare che l’emendamento non è ancora stato votato anche se dichiarato ammissibile ed è stato segnalato dai gruppi parlamentari.

    Si tratta del 3.52 che riportiamo: Al comma 1, aggiungere, in fine, il seguente periodo: Ai fini della realizzazione del piano di cui al periodo precedente, con decreto del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca sono definiti i requisiti necessari all’accesso definitivo al ruolo dei docenti iscritti nelle graduatorie ad esaurimento, tra i quali una certificata conoscenza di una lingua straniera e della competenza informatica.

    Come si legge nel testo il provvedimento riguarderebbe soltanto gli iscritti in Graduatoria ad esaurimento.

    Quando? – C’è da chiarire, inoltre, che, nel caso in cui l’emendamento dovesse essere votato e diventare legge, il requisito della “certificata conoscenza” dovrà essere posseduto dopo l’assunzione, quindi durante il periodo di prova. Si legge infatti “requisiti necessari all’accesso definitivo al ruolo”. Dove, per definitivo si intende a seguito del periodo di prova.

    In che modo “certificare le conoscenze”? – L’emendamento, ovviamente, dà una semplice indicazione, che, nel caso di trasformazione in legge, dovrà essere declinato nei decreti attuativi.

    Al momento si possono fare soltanto delle ipotesi, con l’invito ai nostri lettori di attendere gli esiti della votazione dell’emendamento e delle indicazioni operative che proverranno dopo il varo della Legge di Stabilità.

    Sono due gli scenari che potrebbero delinearsi.

    Certificazione da ente esterno. Una delle possibilità potrebbe essere quella della certificazione delle competenze attraverso un ente in grado di rilasciare certificazioni valide da conseguire entro la fine dell’anno di prova.

    Certificazione durante l’anno di prova. Il secondo, più conforme alla natura dell’emendamento, è la certificazione a seguito del colloquio dell’anno di prova. Il modello è quello del concorso a cattedra del 2012, che si sta ripetendo anche per il concorso a Dirigente del 2015. La “certificazione” potrebbe avvenire durante il colloquio finale a seguito dell’anno di prova, ad esempio svolgendo parte di esso in lingua e magari simulando una lezione utilizzando le nuove tecnologie. Possibilità, quest’ultima, che potrebbe essere svolta anche durante le ordinarie lezioni dell’anno scolastico.

    Certo è che nel secondo caso sarebbero necessarie le giuste competenze all'interno della commissione esaminatrice, a partire da quelle linguistiche. Cosa accadrebbe in una scuola in cui ci sono soltanto docenti di inglese, mentre l'esaminando sceglie quale lingua il tedesco? In questo caso si dovrebbe ricorrere ad esaminatori esterni alla scuola o imporre limiti nella scelta delle lingue.

    Francamente l'emendamento ci sembra una forzatura di difficile attuazione, a meno che non si tiri fuori qualche coniglio dal cilindro.

    Intanto, c'è da attendere le sorti dell'emendamento, al varo delle votazioni della V Commissione.

     


    I mosaici del Tellaro
    pubblicato il 16/11/2014

    Alla riscoperta di tesori perduti....

     


    Rettifica orario definitivo ITIS
    pubblicato il 15/11/2014

    Orario definitivo ITIS  dal 17 novembre 2014

      Orario da lunedì 17/11/2014

     


    Inaugurazione del laboratorio di robotica educativa (settimo in Italia)
    pubblicato il 14/11/2014

    Inaugurato mercoledì scorso all’istituto superiore Michelangelo Bartolo il laboratorio di “Robotica Educativa, Lego Education Innovation Studio” come  forma didattica di insegnamento moderna, si tratta del settimo laboratorio di questi tipo all’interno del territorio nazionale, quello del Michelangelo Bartolo si inserisce all’interno di un contesto tecnico scientifico di alto livello assieme ad altri come quelli di Genova, Ostia, Roma e Rovereto e all’istituto di robotica dell’università di Firenze. Si tratta del terzo laboratorio di Robotica Educativa del sud Italia, il Michelangelo Bartolo fungerà da capofila per gli altri istituti scolastici del territorio che agiranno in rete.

    Responsabile dell’innovativo progetto è il professore Giuseppe Bongiovanni vicepreside del Bartolo. “Una didattica innovativa di scienza ludica ma sopratutto inclusiva con la possibilità di partecipazione data a tutti gli alunni nessuno escluso – ha detto il prof Bongiovanni – tre sono i punti fondamentali del progetto: il coinvolgimento totale appunto degli alunni, l’introduzione di tecniche didattiche moderne e di didattica di gruppo e  la  metodologia del problem posing and solving. Gli alunni di tre prime classi tra l’altro studieranno Fisica integrata con la robotica “. 

    Il costo totale per attivare il laboratorio è stato di circa 15 mila euro finanziati  dal comune, dall’istituto scolastico e dalla Bcc di Pachino. La scuola ha un collegamento diretto con il dipartimento di robotica dell’università di Firenze. Oltre al professor Bongiovanni si occuperanno della gestione dei corsi anche i docenti Sebastiano Giannitto, Sebastiano Minardi e Carmelo Lucenti. Presenti all’inaugurazione, il sindaco di Pachino Roberto Bruno,il vicesindaco di Portopalo Rossella Micieli, il direttore generale  della Bcc Corrado Bongiovanni, il vicepresidente Franco Lao, il preside dell’isitutio Bartolo Pappalardo ed i dirigenti scolastici degli altri istituti collegati in rete nel progetto. Insomma una eccellenza innovativa nello studio per il territorio.


     

     


    Sulla via di Bonhoeffer. Sulla via della libertà.
    pubblicato il 14/11/2014

    Dietrich Bonhoeffer, un teologo evangelico che ha pagato con la vita il proprio impegno politico e di fede contro il nazismo.

    Figlio di un eminente psichiatra dell'università di Berlino e di una insegnante, il teologo Dietrich Bonhoeffer nasce il 4 febbraio 1906 a Breslavia (allora in Germania, attualmente parte della Polonia). E' una famiglia dell'alta borghesia, molto importante e molto in vista, dalle relazioni ai più alti livelli col mondo politico e culturale.

    Studia teologia a Tubinga e all'università di Berlino, dove conseguì il dottorato nel 1927, a soli 21 anni, discutendo una tesi in ecclesiologia sulla Comunione dei Santi (“Sanctorum Communio”, pubblicato nel 1930). Frequenta intanto con assiduità la parrocchia.Benché inizialmente avesse intenzione di seguire le orme paterne, Dietrich manifestò fin da ragazzo la volontà di diventare un pastore evangelico: i suoi genitori, che pur frequentando la chiesa evangelica luterana, erano profondamente laici, decisero di sostenerlo.

    Quando annuncia di voler diventare un pastore i parenti reagiscono male. Il fratello più anziano (un fisico di spicco), prova a dissuaderlo sostenendo che la chiesa è ormai debole e fallimentare: al che lui risponde: "se la chiesa è realmente ciò che dite essere, allora dovrò darmi da fare per riformarla".

    Per la sua formazione spirituale risultarono fondamentali i numerosi soggiorni all'estero: prestò dapprima servizio pastorale presso la chiesa luterana della comunità tedesca di Barcellona e, nel 1929, si trasferì a New York, per specializzarsi all'Union Theological Seminary (della confessione metodista), dove iniziò a frequentare le chiese della comunità afroamericana nel quartiere di Harlem; nel 1930 si spostò a Londra: qui iniziò un rapporto epistolare con Gandhi, che sognò sempre di incontrare, senza mai riuscirci.

    Dal 1931 al 1933 insegna a Berlino. Nella sua attività mostra una carica innovativa, coinvolgendo gli studenti in iniziative legate non solo all'ambito accademico ma anche alla situazione politica esistente. Ha inizio, in questo modo, la sua opposizione sempre crescente al Nazismo. Nel 1933, appena due giorni dopo la presa del potere di Hitler, dai microfoni della Berliner Funkstunde, definisce Hitler non un Fürher ma un Verfürher (seduttore). La trasm
    issione viene subito interrotta.

    In essa diceva che se il capo «permette al seguace che questi faccia di lui il suo idolo, allora la figura del capo si trasforma in quella di corruttore... Il capo e la funzione che divinizzano se stessi scherniscono Dio».

    Sulle prime leggi hitleriane del marzo 1933 non si registrano prese di posizione ufficiali da parte delle chiese evangeliche, queste leggi annientarono la democrazia: l'Ordinanza del Presidente del Reich per la tutela del popolo e dello Stato offrì una giustificazione per misure contro le chiese, rese possibile campi di concentramento, revocò il diritto alla libera manifestazione del pensiero, la libertà di stampa, il diritto di riunione, il segreto postale, legalizzò perquisizioni e sequestri.

    La legge di lesa patria equiparò l'opposizione al governo e al partito ai nemici della nazione; la legge sui pieni poteri dissolse i controlli del Parlamento e della costituzione. Quando la legge sui non ariani estromise dai pubblici uffici gli ebrei che vi erano impegnati, Bonhoeffer fu uno dei primi che affrontò il tema e tenne una conferenza La chiesa di fronte al problema degli ebrei.

    Da buon luterano egli riconobbe allo Stato il diritto di decidere dal punto di vista legislativo sulla questione ebraica, ma sosteneva che la chiesa doveva interrogare lo Stato circa la legittimità del suo agire, cioè doveva responsabilizzare lo Stato. La chiesa ha un obbligo incondizionato nei confronti delle vittime dell'ordine sociale, anche se non appartengono alla comunità cristiana. Se la chiesa vede che lo

    Bonhoeffer si convince ben presto che non c'è più spazio all'Università per insegnare teologia come egli desiderava, a causa del controllo che il regime esercita anche sulle attività culturali. Lascia quindi Berlino a si stabilisce a Londra per seguire due comunità evangeliche tedesche. Pacifista convinto, avanzò la proposta di un concilio ecumenico (aperto a tutte le confessioni cristiane) sulla pace: Stato eccede, essa è nella condizione «non soltanto di fasciare le vittime che sono finite in mezzo agli ingranaggi della ruota, ma di arrestare gli ingranaggi stessi».

    « Solo il grande concilio ecumenico della santa chiesa di Cristo da tutto il mondo può parlare in modo che il mondo, nel pianto e stridor di denti, debba udire la parola della pace, e i popoli si rallegreranno perché questa chiesa di Cristo toglie, nel nome di Cristo, le armi dalle mani dei suoi figli e vieta loro di fare la guerra e invoca la pace di Cristo sul mondo delirante »


    Nel frattempo in Germania gli amici di Bonhoeffer, dal 29 al 31 maggio del 1934, tennero il sinodo confessante di Barmen. Centotrentotto delegati di tutte le chiese regionali e provinciali luterane proclamarono unitamente, sotto le pressioni di Berlino, "sei proposizioni" rivolte contro i cristiani tedeschi e il loro governo ecclesiastico. Redatte da Barth respingevano la falsa dottrina per cui la chiesa deve riconoscere come rivelazione di Dio anche altri eventi e potenze, figure e verità (Solus Christus indirizzata contro le pretese di Hitler). Per Bonhoeffer, che era assente a quell'evento, fu la vera data di nascita della Chiesa confessante e significò il conseguimento di ciò per cui aveva lottato lungamente.

    Rimase in Inghilterra fino al 1935, quando decise di tornare a Berlino per rimanerci sino al 1939. Aderì alla Chiesa confessante, la comunità che si era distaccata dalla Chiesa evangelica ufficiale (che aveva riconosciuto l'autorità del regime) contro la quale aveva scatenato il Kirchenkampf, la "lotta delle chiese". Ne sarà il principale esponente insieme a Martin Niemöller con cui formulò la prima forma di autoimpegno. Quindi parteciparono a una riunione ecumenica nei Balcani per informare le guide del movimento ecumenico sui retroscena degli eventi.

    Il 2 dicembre 1935 apparve l'ordinanza del ministro Kerrl per l'applicazione della legge sulla sicurezza della Chiesa evangelica. Essa dichiarava come inammissibili tutte le disposizioni ecclesiastiche emanate da associazioni o gruppi. Di conseguenza, anche l'esistenza del seminario di predicazione ( un istituto di preparazione per l'esame e l'ordinazione) di cui Bonhoeffer era la guida, divenne illegale. Soltanto un paio di anni dopo la Gestapo appose i sigilli, quindi Bonhoeffer escogitò un'ulteriore forma di collaborazione coi suoi candidati: quella del "vicariato collettivo".

    In seguito Bonhoeffer mise per iscritto Vita comune, esperienza di questa religiosità vissuta comunitariamente. Il libro, assieme alle lettere dal carcere di Tegel pubblicate con il titolo Resistenza e resa, rappresentò il suo più grande successo editoriale.

    La direzione del seminario clandestino di Finkenwalde (pol. Zdroje, oggi quartiere di Stettino), procurò violenti attacchi alla sua reputazione teologica, poiché mandò in frantumi l'antica identificazione tra l'incarico del predicatore e quello del pastore, ponendo inequivocabilmente il primo davanti al secondo.

    A causa della sua dura opposizione alla politica antisemita nazista e di una recrudescenza delle persecuzioni ai danni della Chiesa confessante, Bonhoeffer dovette accettare un incarico di insegnante negli Stati Uniti.

    Ma in America ha una forte crisi di coscienza. Non accetta dentro di sè il fatto di aver abbandonato il suo popolo e il fatto di non lottare contro la politca dominante del suo paese. Dopo poche settimane, ritorna sui suoi passi e fa rientro in patria, ben conscio dei pericoli a cui va incontro. Prende contatto con i fermenti contrari al regime e con la resistenza.

    Bonhoeffer fu intensivamente iniziato ai piani della congiura - senza esito - del gruppo Oster, Dohnanyi, Müller, che volevano fermare Hitler prima dell'inizio della guerra sul fronte occidentale. Qualche tempo dopo subì, per opera della Gestapo, una razzia durante un raduno giovanile in cui teneva un corso biblico per studenti. Gli fu vietato di parlare a causa della sua "attività di disturbo per il popolo" e gli fu intimato di presentarsi regolarmente presso la stazione di polizia.

    L'organizzazione della Abwehr (Servizio segreto militare) sotto la guida di Canaris, liberò Bonhoeffer dall'obbligo di comunicare i propri spostamenti alla stazione di polizia in Pomerania, dichiarandolo indisponibile. Oster e Dohnanyi lo impiegarono come uomo della Abwehr a Monaco, cioè il più lontano possibile dalla Pomerania. In questo modo egli entrava a far parte della cerchia della resistenza militare attiva. Bonhoeffer doveva tuttavia comunicare ancora i suoi spostamenti alla polizia di Monaco. Qui soggiornò nell'abbazia benedettina di Ettal, dove scrisse l'Etica e attese agli incarichi dell'Abwehr con alcuni viaggi all'estero.

    Bonhoeffer rimaneva ufficialmente al servizio della Chiesa confessante, però collaborava con alcune commissioni teologiche del sinodo confessante. I consigli dei fratelli, "suoi superiori", erano a conoscenza in modo molto vago dei suoi incarichi militari. Questi erano di due tipi: da una parte doveva riportare notizie dall'estero - e questo come camuffamento; dall'altra doveva dare segnali all'estero della perdurante presenza di una resistenza tedesca. Bonhoeffer era cosciente della stranezza della situazione in cui si trovava mettendo a disposizione dei servizi militari tedeschi - cioè nella realtà della resistenza — le sue relazioni ecumeniche.

    Su incarico dell'Abwehr, e grazie alla disponibilità di passaporti e visti, intraprese viaggi in Svizzera, Svezia, Norvegia e Italia. Questi si svolsero in tre tappe.

    1. Nel 1941 portò a conoscenza degli amici all'estero che esisteva e operava un'organizzazione politica sotterranea e fornì informazione ai propri gruppi.
    2. Eseguì una ricognizione degli obbiettivi di pace perseguiti dagli alleati.
    3. Nel 1942 incontrò Georg Bell, vescovo di Chichester nonché suo amico, e gli comunicò i singoli dettagli, compresi i nomi dei partecipanti, del colpo di Stato che si stava preparando. Il governo inglese avrebbe dovuto appoggiare, in caso di riuscita, gli autori del colpo di Stato così da metterli in condizione di creare un nuovo governo tedesco.

    Di lì a poco la situazione cominciò a farsi pericolosa, finché, nel 1943 viene arrestato e internato nel carcere militare di Tegel.

    Col fratello Klaus e il cognato Hans von Dohnanyi entrò in contatto con l'ammiraglio Wilhelm Canaris, capo del servizio segreto militare (Abwehr), che con altri ufficiali stava organizzando una congiura per assassinare Hitler (il putsch del 20 luglio 1944), ma il 5 aprile del1943 il capo del tribunale militare dr. Manfred Roeder e l'agente della Gestapo criminale Sonderegger lo arrestarono.

    La vita nella cella del carcere di Tegel, nei sobborghi di Berlino, fu all'inizio per Bonhoeffer un tormento. Soffriva dello stretto isolamento poiché ai guardiani era proibito parlare coi "politici".

    Il procedimento contro Bonhoeffer si articolò durante la prigionia in tre fasi distinte.
    La prima fase, iniziata con l'accusa e terminata con gli interrogatori di Roeder (dall'aprile al luglio 1943). Le indagini abbracciavano quattro elementi:

    1) l'esenzione dal servizio militare disposta dalla Abwehr che aveva permesso a Bonhoeffer di sottrarsi al controllo della polizia di Stato e di svolgere il suo lavoro ecclesiastico;

    2) l'«Operazione 7», cioè il trasporto di un gruppo di ebrei in Svizzera;

    3) i viaggi all'estero che avevano poco a che fare con compiti militari;

    4) la mediazione esercitata dalla Abwehr a favore di alcuni esponenti di spicco della Chiesa confessante come Niesel, Bethge e altri.

    Bonhoeffer ha redatto in cella una nutrita serie di resoconti e note su questi interrogatori. Il tentativo di mettere allo scoperto i fatti cospirativi era fallito e per chi conduceva le indagini diveniva impossibile sollevare l'accusa di alto tradimento o di tradimento alla patria. Rimaneva solo l'accusa di "disfattismo in seno alle forze armate" a causa dell'esenzione dal servizio militare.

    La seconda fase della prigionia fu caratterizzata alla preparazione al processo (fino all'aprile 1944). I termini del processo furono spostati ripetutamente, finché gli amici del detenuto vennero a sapere (nell'aprile 1944) che non ci sarebbe stato nessun processo e che non si poteva fare nulla se non lasciare che la cosa venisse "insabbiata" fino al colpo di Stato.

    Nella terza fase iniziò in cella il lavoro più fruttuoso. Alcuni teologi considerano le lettere di contenuto teologico che Bonhoeffer ha spedito dal 30 aprile 1944 come l'inizio di una nuova epoca teologica. Egli seppe del fallimento del colpo di Stato già nella sera del 20 luglio. Così il giorno successivo perse ogni speranza e si preparò al peggio.

    In questo periodo (un anno e mezzo) produsse una serie di scritti che verrà poi raccolta nel volume Resistenza e resa, la sua opera più famosa, in cui rifletteva sul rapporto tra fede e azione, tra religione e mondo.

    Ad un detenuto italiano che gli chiedeva come lui, cristiano e pastore, potesse prender parte ad un complotto che cercava la morte di Hitler, Bonhoeffer rispose: "Quando un pazzo lancia la sua auto sul marciapiede, io non posso, come pastore, contentarmi di sotterrare i morti e consolare le famiglie. Io devo, se mi trovo in quel posto, saltare e afferrare il conducente al suo volante".

    La squadra della Gestapo tardava ad arrivare. Passarono giorni, settimane. In questo periodo prese in considerazione l'idea di fuggire dal carcere. Il suo guardiano, il sottufficialeKnobloch, un operaio di Berlino nord, aveva collaborato nel periodo di prigionia di Bonhoeffer, a far uscire la sua corrispondenza clandestina. Una settimana dopo però il fratello Klaus e Schleicher vennero arrestati a causa della loro partecipazione al complotto, così Bonhoeffer non dette seguito al suo piano di fuga per non compromettere ulteriormente il fratello e i parenti.

    Nel frattempo la Gestapo aveva trovato dei documenti della Abwehr che dimostravano la partecipazione alla congiura di Bonhoeffer fin dal 1938. Hitler era fuori di sé. Revocò l'ordine di eliminazione immediata dei cospiratori al fine di accertare ulteriori ramificazioni. Questo spiega perché le esecuzioni furono rimandate per lungo tempo. Aggravandosi la sua situazione, Bonhoeffer venne internato in un carcere della Gestapo in Prinz-Achracht Strasse a Berlino.

    Di lui non si ebbero più notizie fino a quando il 9 aprile 1945 venne impiccato nel campo di concentramento di Flossebürg insieme ad altri congiurati, pochi giorni prima della fine della guerra.

    Nel 1945 la Chiesa confessante offrì a Stoccarda la famosa ammissione di colpa: «La chiesa è rimasta muta dove avrebbe dovuto gridare, perché il sangue degli innocenti gridava al cielo... Essa è rimasta a guardare quando sotto la copertura del nome di Cristo si sono compiute violenze ed ingiustizie... La chiesa confessa di aver assistito all'uso arbitrario della forza brutale, alle sofferenze fisiche e spirituali di innumerevoli innocenti, all'oppressione, all'odio, all'assassinio senza levare la propria voce in loro favore, senza aver trovato vie per correre loro in aiuto. Essa si è resa colpevole della vita dei fratelli più deboli e indifesi di Gesù Cristo (gli ebrei)... Lo confessa... Non ha rinfacciato al calunniatore la sua ingiustizia e ha abbandonato il calunniato al suo destino».

    Partecipa al concorso scolastico “Dietrich Bonhoeffer: Resistenza e resa?”

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    ed una selezione di links che offrono informazioni, documenti e ricerche su Dietrich Bonhoeffer:

    staatsbibliothek-berline.de
    Biographie Dietrich Bonhoeffers

    www.bonhoeffer.ch 
    Sito speciale creato in occasione dell’anniversario della nascita di Bonhoeffer 

    www.ekir.de/esz/ibg
    Sito della sezione tedesca della “Internationale Bonhoeffer-Gesellschaft” (IBG), associazione che si prefigge di far conoscere l’eredità teologica, ecclesiastica e politica di Bonhoeffer 

    www.dbonhoeffer.org/ 
    Sito della sezione inglese della IBG, ricco di materiali che testimoniano la diffusione del pensiero di Bonhoeffer nel mondo anglosassone 

    www.ekd.de/bonhoeffer/bonhoeffer.html 
    Sito della Evangeliche Kirche in Deutschland (Chiesa evangelica tedesca), con molti articoli, studi e discorsi 

    www.bundesgerichtshof.de/bgh/praesidenten/hirsch_rede_2002_03_08.php L’elogio del presidente del Tribunale federale tedesco prof. dott. Günter Hirsch della figura dell’oppositore e resistente Dietrich Bonhoeffer 

    www.gedenkstaette-flossenbuerg.de/ 
    Sito dedicato al campo di concentramento di Flossenbürg, dove Bonhoeffer è stato giustiziato il 9 aprile 1945 

    www.gdw-berlin.de/ 
    Sito del Museo della resistenza tedesca, costruito nei pressi del luogo del fallito attentato del 20 luglio 1944 contro Adolf Hitler

     

     


     
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